La Bóra di Boazzo. Un simbolo della trasformazione
Nel piccolo abitato di Daone si trova il “Parco alla Bóra”, un giardino pubblico dedicato ad uno dei più monumentali e importanti alberi della Valle di Daone, un secolare abete bianco proveniente dalla spianata di Malga Boazzo, oggi coperta dalle acque del bacino idroelettrico.
Nato circa 750 anni prima del taglio, l’imponente albero dalla lussureggiante chioma e dalle maestose proporzioni è vissuto nei prati di Boazzo fino al 1955, concedendo la propria ombra ristoratrice ai viaggiatori, un riparo agli animali del bosco e un sicuro rifugio a pastori e boscaioli.
Quando nel 1952 la spianata di Malga Boazzo fu destinata a diventare un lago artificiale, gli abitanti di Daone decisero di conservare la “Bóra de Boaz”, simbolo di un’epoca che stava per scomparire. Nessuno aveva intenzione di lasciare che le acque del fiume Chiese, imbrigliate dalla nuova diga, ricoprissero quell’albero che aveva attraversato secoli di storia della Valle di Daone, che aveva assistito al susseguirsi di centinaia di stagioni e che, pur senza poter parlare, conservava e aveva la forza di testimoniare aspetti importanti del passato dell’intera vallata.
Proprio per questo, tre anni più tardi, nel 1955, su incarico del Comune, un gruppo di boscaioli guidati dall’allora assessore alle foreste Fioravante Pellizzari e dal fratello Giovanni, tagliarono l’enorme abete bianco che fu trasportato poi a Daone scortato da tanta gente, in una sorta di processione.
Per alcuni anni il tronco rimase a fare bella mostra di sé nei pressi della Crosetta, la piccola chiesetta nel centro del paese, vicino alla parrocchiale.
Nel 1961 venne richiesto dall’Esposizione Internazionale di Torino, denominata “Italia 61” e organizzata per celebrare il primo centenario dell’Unità d’Italia. Il magnifico esemplare di abete doveva raccontare la storia delle vallate alpine e affascinare i visitatori con le sue dimensioni.
Ancora oggi chi guarda quel tronco può ripensare ai cambiamenti avvenuti nella Valle di Daone.