Uno sguardo all’edificato: una bussola per il domani
Cos’è successo ai paesi di Primiero e ai loro centri storici?
È successo che sono arrivati gli anni ’60 del Novecento. In poco più di quarant’anni la porzione urbanizzata del territorio è passata dal 3,5 ‰ del 1960 al 10,4 ‰ del 2011.
E questo che conseguenze ha portato?
La prima e più immediata conseguenza, visibile anche agli sguardi meno attenti, è l’occupazione della già scarsa superficie pianeggiante di fondovalle (ne sa qualcosa l’agricoltura); la diffusione delle seconde e terze case che rimangono inutilizzate per buona parte dell’anno (stando alle statistiche per ogni famiglia di Primiero ci sono a disposizione 2,55 case); quindi un lento e progressivo abbandono dei centri storici con una conseguente perdita del loro valore sociale, culturale, architettonico.
Cosa si può fare?
Ri-costruire una visione comune orientata alla salvaguardia del suolo, alla scelta consapevole delle possibilità di intervento, alla qualità della vita e dell’abitare, alla rivalorizzazione del patrimonio edilizio esistente.
L’imponente espansione edilizia è raccontata puntando lo sguardo su tutto il territorio di Primiero, suddiviso qui in 6 aree, quindi in altrettante rcostruzioni tridimensionali: Caoria, Vanoi, Mezzano-Imèr, Alto Primiero, Sagron Mis e San Martino di Castrozza. Per ogni area si possono vedere le superfici edificate in 3 momenti storici precisi: il 1859, il 1960 e il 2011. Il tutto corredato da puntuali quantificazioni tradotte in istogrammi.
Le tavole grafiche e gli istogrammi sono tratti dalla mostra sul Piano territoriale della Comunità di Primiero intitolata Una bussola per il domani, a cura di Martino Turra, Giacomo Longo, Andrea Simon e Fabrizio Broch. Elaborazione grafica di Andrea Simon.
I dati sono consultabili nel dettagliato Piano Territoriale di Comunità scaricabile qui ( http://www.primiero.tn.it/Aree-Tematiche/Ambiente-e-Territorio/Urbanistica/Piano-Territoriale-di-Comunita).
Comunità di Primiero